Siamo ormai nel Giugno del 2022, periodo storico segnato da carestie, pestilenze (pandemia COVID-19) e guerre (conflitto tra Russia e Ucraina), nel quale aumentano tutti i costi e la vita diviene insostenibile soprattutto per i più vulnerabili: gli invalidi civili italiani costretti a vivere con una “ridicola” pensione di invalidità.
Invalidità Civile e difficoltà sociale
Nelle moderne democrazie si è affermato da tempo il principio della protezione dei cittadini affetti da minorazioni fisiche o psichiche. Un obiettivo solennemente affermato nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e accolto dall’articolo 38 della Costituzione italiana, che però non sembrerebbe tramutarsi n fatti concreti a favore della piena inclusione sociale di queste persone, che non devono e non possono essere considerate cittadini di serie B.
Articolo 38 Costituzione Italiana:
Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
Mantenimento e assistenza sociale sono principi universalmente riconosciuti, significa che uno Stato di diritto, democratico, liberale, come lo è lo Stato Italiano, DEVE FORNIRE ASSISTENZA SANITARIA E UNA SOMMA DI DENARO ADEGUATA AL MANTENIMENTO DELL’INDIVIDUO, la dignità stessa dell’essere umano deve essere in tal modo tutelata.
A tal riguardo occorre anche menzionare l’articolo 3 della Costituzione italiana, che recita quanto segue:
Articolo 3 Costituzione Italiana:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Nel secondo comma, la nostra carta costituzionale IMPONE alle istituzioni di intervenire con ogni risorsa affinché vengano eliminati “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
Oggi gli invalidi civili italiani, sono realmente tutelati, protetti e sostenuti dalle istituzioni?
Pensione di invalidità troppo bassa
La Corte Costituzionale si era espressa nel 2020, stabilendo che “La pensione di invalidità di 285,66 euro è troppo bassa e non può garantire i mezzi necessari per sopravvivere”, violando quindi uno dei principi della Costituzione.
È stato quindi affermato dalla Consulta che il cosiddetto “incremento al milione” (ovvero 516,46 euro) che già era riconosciuto a talune categorie di pensionati sociali, doveva essere riconosciuto a tutti gli invalidi civili totali (percentuale di invalidità del 100%) maggiorenni.
La verità è che si può arrivare a percepire il massimo previsto (parliamo di 8.500 euro l’anno) solo ed esclusivamente se si rinuncia totalmente a qualsiasi attività lavorativa, perché INPS considera a tal fine qualunque reddito, ivi compresa la stessa pensione di invalidità, inserita nel calcolo come base da incrementare.
Morale della favola?
Sono stati imposti paletti reddituali ed altre limitazioni talmente assurde che quasi tutti gli invalidi civili totali non percepiscono la somma imposta dalla sentenza della Corte Costituzionale.
Come si dice in Italia?
“Fatta la legge, trovato l’inganno”.
Non solo gli invalidi civili parziali vengono automaticamente esclusi dall’incremento, come se un invalido civile con percentuale di invalidità del 75% non avesse gravissimi problemi di salute e difficoltà nel lavorare, ma persino gli invalidi civili totali vengono penalizzati ed esclusi tramiti subdoli cavilli burocratici.
Costo della vita e invalidità civile
Oggi un invalido civile italiano percepisce circa 291,00€ al mese di “pensione”.
Nonostante le tante belle promesse dei ministri, dei politici, delle associazioni di categoria, tutto resta invariato.
Secondo le ultime stime ISTAT, una persona che vive da sola spende in media circa 300€ al mese SOLO PER POTER MANGIARE. A va sommata una cifra media di 150€ al mese per le varie bollette (sottostimiamola) per un totale di circa 450€ al mese.
L’affitto di un monolocale costa mediamente 450€ al mese.
Ricapitolando, un italiano che volesse vivere sacrificato (senza andare al bar, senza uscire la sera con gli amici, senza eccedere nelle spese extra) necessiterebbe di circa 850€ al mese.
LO STATO ITALIANO PRETENDE CHE AD UN INVALIDO CIVILE DEBBANO BASTARE 291€ AL MESE.
La cosa che più mi addolora, e a dire il vero mi fa ribrezzo, è constatare che lo Stato trova milioni di Euro per le spese militari, per il reddito di cittadinanza, per ogni cosa tranne che per incrementare la misera pensione di invalidità a livelli umanamente accettabili.
Possibile che un italiano sano, senza problemi fisici o psichici, disoccupato, debba essere sostenuto con un assegno di 780,00€ al mese, mentre un invalido civile malato, con gravi problemi di salute, debba essere INSULTATO con una cifra di 291€ al mese?
Nessun giornale affronta realmente questo tema, ponendo i dubbi che abbiamo evidenziato in questo articolo.
I politici parlano di inclusione, di progetti, di cose vane e di futuro.
Cari politici voglio informarvi che il problema e ATTUALE, mentre voi guadagnate mediamente 15.000€ al mese (fonte…), non muovete un dito per migliorare la condizione degli invalidi civili italiani.
Petizione per aumentare le pensioni di invalidità.
L’Avvocato cassazionista Isabella Cusanno, grazie al gruppo Facebook “Uguali Sempre“, ha formulato ed avviato una petizione online avente lo scopo di raccogliere firme a sostegno di una proposta di legge atta a convincere le istituzioni ad aumentare le pensioni di invalidità in maniere REALE.
La proposta è che l’importo della pensione non sia inferiore a 15 mila euro per tutti gli invalidi, parziali e totali. Allo stesso modo tale cifra dovrebbe essere il limite minimo per tutti i cittadini che versano in condizioni di difficoltà economica.
Il link per poter firmare la petizione, che ha già raccolto tantissime Firme, è il seguente: Link Petizione…
GLI INVALIDI CIVILI ITALIANI MERITANO RISPETTO E DIGNITÀ, NON CHIACCHIERE E PROMESSE ELETTORALI.
Mario Contino.
