Anche in Puglia ci sono i folletti?
In Puglia i folletti rappresentano le creature folkloristiche più citate nelle leggende popolari, certamente le più radicate nel tessuto storico-sociale in relazione alle antiche tradizioni pugliesi.
I folletti assumono molti nomi in Puglia, tra i quali:
- Lauri;
- Uri;
- Scazzamurrieddri;
- Sciaccuddhi;
- Monachicchi;
- Avurie;
- Carcaruli
Nomi quasi impronunciabili per chi non è avvezzo al dialetto regionale, che tra l’altro cambia drasticamente di zona in zona, ma dal suono magico e misterioso.
Che aspetto avrebbero dunque questi esserini?
Secondo le varie leggende sarebbero piccolissimi, alti poco più di 20 cm, avrebbero un corpo tozzo, arti esili, sarebbero vestiti di abiti molto umili e in testa indosserebbero sempre il famoso cappellino a punta.
Sebbene vivrebbero in vecchi casolari abbandonati, o in grotte e cavità naturali ben lontane dai centri abitati caotici ed affollati, di tanto in tanto entrerebbero in contatto con la civiltà umana.
Ad ogni modo vederli sarebbe estremamente difficile in quanto avrebbero la capacità di rendersi totalmente invisibili.
Questi folletti potrebbero decidere di apparire nei sogni degli uomini al fine di compiere il loro scopo, che il più delle volte sarebbe quello di punire l’uomo per la sua superbia e la sua arroganza.
Sempre secondo le leggende, i folletti pugliesi sarebbero pacifici e molto generosi con gli uomini meritevoli, i giusti, mentre sarebbero pericolosi per gli uomini ritenuti meschini e indegni.
Tutte le leggende sembrano tuttavia concordare sulla raccomandazione di non offendere mai un folletto, pena una vera e propria persecuzione che potrebbe durare per tutta la vita.
Di seguito narrerò tre tra le leggende più interessanti che sono riuscito a reperire su questi esseri.
• Un Pastore, nel basso Salento, oggi anziano, raccontò di aver vissuto buona parte della propria vita in una fattoria e per un certo periodo assistette a un fenomeno sorprendente. Ogni notte, il gregge di pecore scappava dalle stalle per essere poi ritrovato a pascolare poco distante dalla fattoria. Una sera l’uomo decise di appostarsi per cercare di risolvere l’arcano e smascherare quello che, secondo i suoi sospetti, poteva essere un ragazzo della zona intento a fare scherzi di cattivo gusto. Con non poco stupore scoprì invece che la causa era da attribuirsi a un piccolo folletto.
Era lui che ogni notte portava gli animali al pascolo.
• Una ragazza scoprì che da alcune settimane un folletto dimorava nel suo fienile e decise di far finta di nulla, pur avendo capito che l’esserino sapeva di essere stato scoperto.
Tutto sembrava filar liscio, fino a quando la donna commise un grande errore, chiese al folletto una somma di denaro per comprare il suo silenzio.
La risposta del folletto non si fece attendere: «Mi permettevi di usare il tuo fienile solo per arricchirti con ricatti?».
Con queste parole scomparve e non si fece più vedere ma la vita della giovane divenne impossibile. La ragazza iniziò a trovare piatti e bottiglie rotte, si svegliava con lividi e capelli annodati, veniva terrorizzata da colpi e forti rumori improvvisi nel cuore della notte.
• In un paesino del Sud Salento, un uomo di circa 75 anni mi raccontò di aver avuto una spiacevolissima esperienza con uno Scazzamurrieddriu. In base alla sua testimonianza, non occorre mai chiamare o attirare l’attenzione di questo folletto, lui invece, all’età di circa 40 anni, mentre scherzava con un amico in aperta campagna, dovette aver offeso uno di questi folletti insistendo nell’affermare la loro inesistenza durante un dibattito. La stessa notte il malcapitato subì l’ira del folletto che, resosi invisibile e salitogli sul petto, provocò dolore e apnea a tal punto da dover richiedere l’intervento del medico del paese. A nulla valse l’intervento del Dottore, il folletto andò via solo allorquando l’uomo fu condotto in bagno dove, seduto sulla tazza, consumò un pezzettino di formaggio. La tradizione locale vorrebbe che tale gesto fosse talmente sgradito all’esserino da procurargli un vero e proprio senso di nausea che lo costrinse a desistere e abbandonare l’abitazione.
Da queste e altre leggende si può ricavare l’identikit di questi esserini: amanti della natura, legati alla campagna, benevoli o pericolosi in base al comportamento dell’essere umano.
Infatti non di rado sono artefici dell’improvvisa ricchezza di qualche povera ma onesta famiglia, alla quale donano parte del tesoro di cui tutti loro, sembra, siano custodi.
L’Avurie invece, sono molto particolari, forse unico caso in Puglia di folletto capace di assumere sembianze animali, più precisamente di un grosso gatto con un buffo cappello sulla testa. Questi esseri appartengono al folklore della provincia di Taranto, precisamente nel territorio di Massafra.
Secondo le leggende, uno degli aspetti più terrificanti è l’abitudine di questi folletti di sedersi sull’addome degli uomini nottetempo, causando insonnia, nausea, apnea notturna. Questa caratteristica li accomuna agli Incubi, demoni noti nella teosofia greco-romana.
Come potrebbero quindi gli uomini allontanare un folletto divenuto minaccioso?
Pare che l’unica soluzione consista nel sedersi sulla tazza del bagno e mangiare pane e formaggio, invitando l’esserino a unirsi al banchetto. Come è apparso evidente in una delle tre leggende descritte in precedenza, questo atto li disgusta a tal punto da farli desistere dal loro intento, abbandonando per sempre l’abitazione presa di mira.
I folletti rappresentano il cuore del folklore pugliese, nel quale non mancano però demoni, streghe e fantasmi, dei quali scriverò in articoli distinti.

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