I falò tra sacro e profano

Un po’ in tutta la Puglia, ma in particolare nel Salento, potreste ritrovarvi ad assistere ad eventi al limite tra il sacro e il profano: le famose “Focare”.
La più grande Focara (falò) pugliese si costruisce a Novoli, in occasione dei festeggiamenti in onore del Santo patrono: Sant’Antonio abate. (approfondisci in: Focara di Novoli)

Molti ora si chiederanno perché la figura di Sant’Antonio Abate sia legata al fuoco, cercherò di spiegare brevemente la leggenda all’origine di questa tradizione.
Il Santo in questione avrebbe donato il fuoco all’umanità.
Questa la credenza popolare, probabilmente è una rivisitazione in chiave cristiana del mito di Prometeo.

La leggenda

Secondo la leggenda, l’umanità viveva in un epoca buia e fredda e gli unici mezzi per riscaldarsi erano le pelli animali dalle quali venivano ricavati pesanti indumenti.
Un anno, in cui il freddo sembrava più pungente del solito, gli uomini si unirono in una grande preghiera rivolta a S. Antonio, il Santo allora provò una grande tristezza ed escogitò il modo per donare all’intera umanità un mezzo utile a contrastare sia il freddo che le tenebre.
Si recò all’entrata dell’inferno portando con sé un maialetto e un bastone di ferula, bussò e chiese ai diavoli il permesso di entrare per riscaldarsi un po’.
I demoni riconobbero immediatamente il Santo e, in quanto uomo di Dio e non peccatore, gli negarono l’ingresso.
Sant’Antonio allora, che già aveva previsto quello scenario, chiese ai demoni di far entrare almeno il maialetto e questi acconsentirono ma, appena varcate le soglie dell’inferno, l’animale iniziò a correre mettendo tutto a soqquadro e nessuno dei demoni sembrava in grado di placarlo.
Furono quindi costretti a chiedere l’aiuto del Santo per fermare quel discolo ed irrequieto maialetto, acconsentendo al suo ingresso nel regno di Satana.
Sant’Antonio entrò, calmò immediatamente l’animale e furtivamente appiccò il fuoco al bastone riuscendo poi a portarlo al di fuori degli inferi.
Il legno di ferula ha un cuore spugnoso che brucia senza emettere una fiamma visibile, questo ingannò i demoni che non si accorsero del furto.
Una volta fuori dagli inferi, il santo agitò il bastone e fece volare nel vento le scintille dovute alla combustione del legno, le benedisse e le donò all’umanità.

Quando deciderete di visitare la più bella Focara della Puglia, non dimenticate di questa bella leggenda.

Mario Contino


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